L’ interazione tra il paziente e il terapeuta si ritrova in tutte le tappe del trattamento.
All’inizio, quando è necessaria la localizzazione fisica del disturbo. Possiamo chiamare questa fase diagnosi TOPOGRAFICA. Per arrivarci il paziente ha da fornire tutte quelle informazioni soggettive orientate al DOVE fisico del suo problema. Così identifichiamo la ZONA GIUSTA da trattare. La zona mostrata dal paziente è tuttavia considerata solo la punta dell’iceberg perchè anche le zone circostanti dolorabili alla pressione saranno oggetto di trattamento. Dell’iceberg si vede solo un terzo, risultando tutto il resto sommerso: stesso discorso vale per qualsiasi patologia da trattare.
Tale scambio continuerà poi durante tutto il trattamento dovendo il paziente fornire al medico i dati e le sensazioni di quanto sente durante la seduta. Sarà cura del paziente modulare anche l’intensità della pressione esercitata dal terapeuta in base alla propria soglia di tolleranza.
Questa pressione viene definita INTENSITA’ dello stimolo. Il metodo Furter prevede di utilizzare una pressione sufficientemente forte, vicina alla soglia di sopportazione del paziente per raggiungere un risultato terapeuticamente soddisfacente.
Il terzo punto della terapia Furter è la DURATA, cioè il numero dei trattamenti necessari, variabile in relazione a quanto il problema è profondo e da quanto dura.
Al termine della seduta la zona trattata sarà arrossata e gonfia espressione della risposta positiva al trattamento. Nelle ore successive il paziente potrà sentire un indolenzimento su tutta la zona trattata e osservare la comparsa di ematomi, che a volte compaiono sin da subito. Sono normali reazioni alla terapia. Gli ematomi, ripetendo il trattamento più volte sulla stessa area, si ridurranno di volta in volta di dimensioni fino a non ripresentarsi più ad avvenuta normalizzazione della zona sede del trattamento.
A.Canton
Antonella Canton Counselor professionista in riferimento alla legge 4/2013 è iscrittaA.Canton
Antonella Canton Counselor professionista in riferimento alla legge 4/2013 è iscrittaIl counseling si colloca in quel contesto culturale umanistico che favorisce l’auto esplorazione della persona, al fine di scoprirne le proprie risorse interiori e a convogliarle all’insegna di un cambiamento utile a migliorare la propria esistenza nei vari ambiti della vita.
Chi si rivolge al counselor non è portatore di psicopatologie. Si trova invece in una fase di difficoltà nell’affrontare una o più problematica che la vita gli pone dinanzi, in base al proprio peculiare vissuto e alla propria storia.
Il counseling si colloca in quel contesto culturale umanistico che favorisce l’auto esplorazione della persona, al fine di scoprirne le proprie risorse interiori e a convogliarle all’insegna di un cambiamento utile a migliorare la propria esistenza nei vari ambiti della vita.
Chi si rivolge al counselor non è portatore di psicopatologie. Si trova invece in una fase di difficoltà nell’affrontare una o più problematica che la vita gli pone dinanzi, in base al proprio peculiare vissuto e alla propria storia.
Arriva un momento nella vita in cui non possiamo che porci delle domande.
Perché tante VOLTE LE RELAZIONI FAONO? Da cosa dipende?
Le tre cose più difficili della vita sono…LLISC
fidarsi, perdonare e dimenticare
L’attitudine del Counselor
Oggi la routine e i ritmi di vita sempre più serrati non ci permettono di rimanere in ascolto profondo di noi stessi e degli altri. Non siamo affatto consapevoli delle nostre fragilità e spesso diventiamo vittime distratte di un sistema apparentemente rassicurante, basato perlopiù su un’illusione radicata nel tempo, conformata alla società attuale, infelice ed ottusa. L’amore è un sentimento al quale occorre educarci. Per effetto dei condizionamenti non siamo più in grado di percepirlo nella sua purezza e lo scambiamo con dei surrogati. È un sentimento che si sostanzia nella capacità di donare in modo benefico, senza calcolo e ricerca di compensazione. L’amore con la A maiuscola è un desiderio profondo che ontologicamente appartiene all’anima e che costantemente, a volte inconsciamente, cerchiamo.
Come accogliere i nostri ed altrui vissuti emozionali?
Di rilevante importanza può essere il nostro personale vissuto familiare. Ad esempio, come possiamo avere questa apertura verso l’altro se la nostra infanzia è stata costellata da manifestazioni ruvide? Se non accogliamo le nostre fragilità, il bambino che è in noi, non possiamo creare un contatto autentico con l’altro che a sua volta ha la sua storia.
Arriva un momento nella vita in cui non possiamo che porci delle domande.
Perché tante VOLTE LE RELAZIONI FAONO? Da cosa dipende?
Le tre cose più difficili della vita sono…LLISC
fidarsi, perdonare e dimenticare
L’attitudine del Counselor
Oggi la routine e i ritmi di vita sempre più serrati non ci permettono di rimanere in ascolto profondo di noi stessi e degli altri. Non siamo affatto consapevoli delle nostre fragilità e spesso diventiamo vittime distratte di un sistema apparentemente rassicurante, basato perlopiù su un’illusione radicata nel tempo, conformata alla società attuale, infelice ed ottusa. L’amore è un sentimento al quale occorre educarci. Per effetto dei condizionamenti non siamo più in grado di percepirlo nella sua purezza e lo scambiamo con dei surrogati. È un sentimento che si sostanzia nella capacità di donare in modo benefico, senza calcolo e ricerca di compensazione. L’amore con la A maiuscola è un desiderio profondo che ontologicamente appartiene all’anima e che costantemente, a volte inconsciamente, cerchiamo.
Come accogliere i nostri ed altrui vissuti emozionali?
Di rilevante importanza può essere il nostro personale vissuto familiare. Ad esempio, come possiamo avere questa apertura verso l’altro se la nostra infanzia è stata costellata da manifestazioni ruvide? Se non accogliamo le nostre fragilità, il bambino che è in noi, non possiamo creare un contatto autentico con l’altro che a sua volta ha la sua storia.
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